CICERONE - EPISTULAE - AD ATTICUM 16-8

CICERONE - EPISTULAE - AD ATTICUM 16-8
Versione di latino di CICERONE LIBRO Lettera ad Attico

Testo latino Cicero Attico suo salutem dicit. Cum sciam quo die venturus sim, te certiorem faciam....

Cicerone saluta il suo (amico) Attico. Quando saprò in quale giorno starò per venire te lo farò sapere.

Si devono aspettare i bagagli che giungono da Anagni, la servitù è indisposta. Le lettere mi sono state recapitatate da Ottaviano. Ha guadagnato dalla sua parte i veterani, che si trovano a Casilino e Calazia. Non fa meraviglia: offre cinquecento denari ciascuno. Considera ciò chiaramente: per dirigere le operazioni militari con Antonio.

Perciò io considero che tra qualche giorno saremo in guerra. Lo seguiremo? Ottaviano mi chiede di parlare di nascosto con me o a Capua o non lontano da Capua. Questo è sciocco, se pensa che ciò possa avvenire di nascosto. Ho messo al corrente tramite lettera che ciò non è necessario né in alcun luogo possa di nascoto avvenire. Ha mandato da me un certo Cecina, il quale ha raccontato che Antonio di dirige con una legione a Roma.

Ottaviano rifletteva se partire per Roma o raggiungere Capua o andare alle tre legioni Macedoniche che spera siano sue. Certamente sono convinto di partire per Roma. Ora mi trovo in campagna ed chiedo il tu oparere: vengo a Roma o resto qui o fuggirò ad Arpino? Chiarisci(mi) dunque questo.

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