Cicerone prega l'amico Attico di raggiungerlo a Roma (Versione latino)

Cicerone prega l'amico Attico di raggiungerlo a Roma Autore: Cicerone
Dalla sintassi al testo n° 8 pagina 43

umquam ante arbitror te epistulam meam legisse nisi mea manu scriptam. ex eo colligere poteris quanta occupatione distinear....

Credo chee tu non abbia mai letto una mia lettera se non scritta dimio pugno, da questa tu sei padrone di concludere da quanti impegni io sia occupato: infatti non avendo tempo libero, io ho dettato camminado queste parole.

Noi (so certamente che tu desideri conoscere ciò) non partecipiamo ad alcuna assemblea pubblica e tutti gioviamo all’opera del lavoro pubblico.

Ma Clodio sparge un non piccolo spavento e una minaccia e quella il fatto se mi ami quanto certamente mi ami: se dormi svegliati, se sei già alzato, inizia il cammino, se inizi il cammino vorri, se corri vola. E’ incredibile quanto io pongo in senno sia una provvidenza dia poiché lo è soprattutto quanto in amore e in fede. L?importanza della cosa forse richiede un lungo discorso, in verità il rapporto di amicizia dai notri animi è stato limitato da molto tempo.

A noi importa molto che tu se non potrai con le assemblee almeno quando Clodio sarà proclamato tribuno (tu) sia qui.
Abbi cura di te

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