Illustri vecchi creativi - Cicerone versione SISTEMA LATINO

Illustri vecchi creativi versione latino Cicerone
Dal libro sistema latino
... placida ac lenis senectus, qualem accepimus Platonis, qui uno et octogesimo anno scribens est mortuus, qualem Isocratis ...

... è tranquilla e dolce, secondo la tradizione, la vecchiaia, di Platone, che mori a ottantun anni mentre era impegnato a scrivere, e quella di Isocrate, che dice di aver composto, novantaquattrenne, l'opera intitolata Panatenaico e visse ancora cinque anni;

il suo maestro, Gorgia di Leontini, compì centosette anni senza smettere mai di studiare e di lavorare; quest'ultimo, a chi gli chiedeva perché volesse vivere così a lungo, rispondeva "Non ho niente da rimproverare alla vecchiaia!» Risposta eccezionale!

[...] Io, sessantacinquenne, sostenni la legge Voconia con gran voce e buoni polmoni.

Ebbene, a settant'anni - tanto visse Ennio - sopportava così bene i due pesi considerati più gravi, povertà e vecchiaia, da sembrare quasi compiacersene.

Da altro libro

placida ac lenis senectus, qualem accepimus Platonis, qui uno et octogesimo anno scribens est mortuus, qualem Isocratis, qui eum librum,...

Ma anche la vecchiaia di una vita trascorsa nella calma, nell'onestà e nella distinzione è tranquilla e dolce, come fu, secondo la tradizione, quella di Platone, che mori a ottantun anni mentre era impegnato a scrivere, e quella di Isocrate, che dice di aver composto, novantaquattrenne, l'opera intitolata Panatenaico e visse ancora cinque anni; il suo maestro, Gorgia di Leontini, compì centosette anni senza smettere mai di studiare e lavorare; quest'ultimo, a chi gli chiedeva perché volesse vivere così a lungo, rispondeva: «Non ho niente da rimproverare alla vecchiaia!» Risposta eccezionale e degna di un uomo colto!

Sono infatti gli ignoranti a imputare alla vecchiaia vizi e colpe loro, diversamente da chi ho menzionato poco fa, Ennio: «Come destriero impetuoso, che spesso nel tratto finale vinse a Olimpia, ora, dalla vecchiaia stremato, riposa ...» Paragona la sua vecchiaia a quella di un cavallo impetuoso e vincitore. Lo potete ricordare bene: diciannove anni dopo la sua morte sono stati eletti i consoli ora in carica, Tito Flaminino e Manlio Acilio; mori l'anno in cui erano consoli Cepione e, per la seconda volta, Filippo, quando io, allora sessantacinquenne, sostenevo la legge Voconia con gran voce e buoni polmoni.

Ebbene, a settant'anni - tanto visse Ennio - sopportava così bene i due pesi considerati più gravi, povertà e vecchiaia, da sembrare quasi compiacersene.

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