L'amicizia è il legame più alto che unisce gli uomini

Cicerone versione latino in laboratorio

Est enim amicitià nihil aliud nisi omnium divinatum humanarumque rerum cum benevolentia et caritate consensio; qua quidem haud scio an, excepta sapientià.

niliil melius lu ninni sit a dis inmortalibus datum. Divitias alii praeponunt. Umani alii valetudinem. alii potentiam. alii honores. multi etiam voluptates. Beluarum hoc quidem extremum. illa autem superiora caduca et incerta, posila non tam in consiliis nostris quam in fortunae temeritate. Qui autem in virtute summum bonum ponunt, praeclare ili; quidem, seti haec ipsa virtus amicitiam et gignit et conlinet, nec sine virtute amicitia esse ullo pacto potest.

Iam virtutem ex consuetudine vitae sermonisque nostri interpretemur nec eam, ut quidam docti. verborum magnificentia metiamur virosque lionos eos. qui habentur. numeremus. Paulos, Catones, Galos, Scipiones. Philos; his communis vita contenta est; eos autem omiitamus. qui omnino nusquam reperiuntur. Talis igitur inter viros amicitia tantas opponunitates habet. quantas vix queo dicere. Principio qui potest esse vita «"italis", ut ait Ennius, quae non in amici mutua benevolentia conquiescat?

Quid duldus est quam habere quicum (=quocum) omnia audeas sic loqui ut tecum? Qui esset tantus fructus in prosperis rebus, nisi haberes, qui illis aeque ac tu ipse gauderet? adversas vero ferre diffìcile esset sine eo, qui illas gravius etiam quam tu ferret. [...] Amicitia res plurimas continet; qucxiuo te verteris, praesto est, nullo loco excluditur, numquam intempestiva, numquam molesta est. Cicerone

Infatti, l’amicizia non è niente altro se non un’armonia di tutte le cose divine e umane con la benevolenza e l’affetto; di essa certamente non sono a conoscenza se, tranne la sapienza, qualcosa di meglio sia stato dato agli uomini dagli dei immortali.

Alcuni danno più valore alle ricchezze, altri alla buona salute, altri al potere, altri agli onori, molti anche ai piaceri. Quest’ultimo atteggiamento è tipico delle bestie; invece le altre cose sono caduche e inaffidabili, poste non tanto nei nostri intenti quanto nella volubilità del caso. D’altra parte, quelli che collocano il sommo bene nella virtù, agiscono nella maniera più opportuna ma questa stessa virtù genera e mantiene l’amicizia, né senza la virtù l’amicizia può esistere.

21 Diamo allora alla virtù il significato che ha nella vita quotidiana e nel parlar comune, senza misurarla, come fanno alcuni filosofi, dalla sonorità delle parole. E annoveriamo tra i virtuosi chi è considerato tale, i Paoli, i Catoni, i Galo, gli Scipioni, i Filo, di cui la vita di tutti i giorni si accontenta. E mettiamo da parte le utopie. Quando gli uomini sono tali, l'amicizia presenta vantaggi così grandi che a mala pena posso dirli. In primo luogo, come può essere «vivibile una vita», per usare le parole di Ennio, che non trovi sollievo nel reciproco affetto di un amico?

Cosa c'è di più dolce che avere una persona cui confidare tutto, senza timori, come a te stesso? E quale frutto ci sarebbe nella prosperità se non avessi qualcuno capace di goderne al par tuo? [...]. L’amicizia riguarda cose diverse. Dovunque ti volgi è pronta, nessun luogo è escluso, non è mai inopportuna né mai molesta.

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