La cecità non è un male insopportabile - versione Cicerone Latina Lectio

La cecità non è un male insopportabile versione latino Cicerone libro latina lectio

Sapientem, etiam si caecus sit, dico beatum esse posse. Animo enim multis modis variisque delectari licet, etiam si non adhibeatur adspectus....

Traduzione n. 1

Il sapiente, anche se fosse cieco, dico che può essere felice. E’ possibile all’animo infatti godere in molti e in vari modi, anche se non si sia ricorso alla vista.

Parlo di uomini dotti ed eruditi, per i quali vivere è pensare, poiché il pensiero dei sapienti non ricorre assolutamente agli occhi per ricercare. E infatti, se la notte non toglie una vita beata, perché il giorno, simile per la cecità alla notte, la toglierebbe?

E’ stato tramandato che il famoso Appio non mancasse al suo dovere né pubblico né privato, sebbene fosse cieco da molti anni, in quella sua sventura. Abbiamo appreso che la casa di Gaio Druso, che fu cieco anche lui, fosse solita riempirsi da persone che chiedevano consiglio: uomini, che non vedevano le proprie cose, si servivano di un cieco come guida. Diodoto, stoico cieco, visse per molti anni in casa mia.

Questo in verità – cosa che è a stento credibile - benchè si occupasse di filosofia molto più assiduamente di prima e benchè usasse la lira e benchè quei libri fossero letti notte e giorno, tuttavia in questi studi non aveva bisogno degli occhi.

traduzione n. 2

Dico che il sapiente può essere beato anche se è cieco. Infatti è possibile che si diletti l'animo in molti e vari modi, anche se non si utilizza la vista.

Parlo dell'uomo dotto ed erudito, a cui il vivere è pensare, poiché il pensiero del sapiente non utilizza gli occhi sicuramente per investigare. Infatti se la notte non toglie la vita beata, perché il giorno, simile alla cecità della notte, la toglie?

Si è tramandato che proprio a quell'Appio, sebbene fosse cieco da molti anni, non gli mancò, in quel suo stato, ne una funzione pubblica ne una privata. Accettammo che la casa di Caio Druso, il quale fu ugualmente cieco, fosse solita riempirsi di consiglieri: uomini che non vedevano le propire condizioni, utilizzavano il cieco come guida. Lo stoico Diodoto, cieco, per molti anni visse a casa nostra.

Egli in verità cosa che è a stento credibile, quando si volgeva alla filosofia molto più assiduamente di prima e quando utilizzava le poesie e quando i libri venivano letti da lui notte e giorno, non aveva bisogno tuttavia degli occhi in questi studi.

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