La mitezza vera o simulata di Cesare - Cicerone versione latino

La mitezza vera o simulata di Cesare
versione latino Cesare

Longum est omnia enumerare proelia. Quare hoc unum satis erit dictum, ex quo intellegi possit, quantus ille fuerit: quamdiu in Italia fuit,...

È lungo enumerare tutte le battaglie. Perciò sarè detto solo questo, da cui si potrà capire, quanto egli sia stato grande: fin che fu in Italia, nessuno gli resistette sul campo, nessuno dopo la battaglia di Canne pose gli accampamenti contro di lui in campo aperto.

Di qui, invitto, richiamato per difendere la patria fece la guerra contro Publio Scipione, figlio di quello, che lui stesso aveva messo in fuga prima presso il Rodano, poi presso il Po, la terza volta presso la Trebbia.

Con costui, esaurite ormai le forze della patria, desiderò per allora chiudere la guerra, per scontrarsi in seguito più potente. Venne al colloquio; non s’accordarono sulle condizioni. Dopo tale fatto entro pochi giorni si scontrò con lo stesso presso Zama: sconfitto – incredibile a dirsi – in due giorni e tre notti giunse ad Agrumeto, che dista da Zama circa trecento migliaia di passi.

In questa fuga i Numidi che insieme con lui erano scampati dallo scontro, gli tesero un agguato; e non solo li sfuggì, ma addirittura li annientò.

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