La morte spesso ci libera dai mali- Versione di latino di Cicerone

La morte spesso ci libera dai mali
Versione di latino di Cicerone

Pompeio, nostro familiari, cum graviter aegrotaret Neapoli, melius est factum....

Una volta a Napoli il mio caro amico pompeo Pompeo essendo colpito da una grave malattia potè ristabilirsi.

I Napoletani, e naturalmente anche quelli di Pozzuoli, si inghirlandarono a festa; e da tutti i paesi vicini giungevano pubbliche felicitazioni per lo scampato pericolo. Dimostrazioni insulse, queste, e adatte ai Greci: però erano segno di buona fortuna. Se Pompeo fosse morto allora, si sarebbe allontanato dal bene oppure dal male? Dal male, non c'è dubbio. Non avrebbe fatto la guerra al suocero, 69 non sarebbe stato costretto a scendere in campo impreparato, a lasciare la sua casa, a fuggire dall'Italia, non avrebbe perduto l'esercito, per cadere inerme nelle mani di vili sgherri [la sorte dei suoi figli non avrebbe suscitato lacrime, e i suoi beni non sarebbero adesso tutti quanti nelle mani dei vincitori].

Fosse morto allora, se ne sarebbe andato al colmo della sua fortuna; e invece, col prolungarsi della vita, quante le disgrazie enormi e inaudite che dovette incontrare! Questi mali la morte ci permette di evitarli: e ciò anche se non sono ancora venuti in essere, perché, in qualche modo, essi possono sempre toccarci.

Ma gli uomini non pensano a questa eventualità. Ognuno spera di avere anche lui la fortuna di Metello, come se gli uomini fortunati fossero in numero superiore agli infelici, o fra le cose umane ce ne fosse qualcuna stabile, o ci fosse più saggezza a sperare che a temere.

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