La ricchezza spirituale del sapiente
La ricchezza spirituale del sapiente Versione di latino di Cicerone
Cato dicere solebat numquam se plus agere quam nihil cum ageret, numquam minus solum esse quam cum solus esset....
Catone era solito affermare che egli non era ma più preso come quando non faceva niente, né mai meno solo di quando era solo.
Chi, infatti, potrebbe in verità essere certo che Dionisio, quando faceva tanti piani a danno della libertà della sua patria, facesse qualcosa di immenso che il suo concittadino Archimede quando, avendo l'aria di non far niente, scopriva quella sfera di cui or ora si diceva? E chi non vede che sono ben più soli quelli che nel Foro e tra la calca non ritrovano uno con cui parlare, che colui che, senza testimoni, o parla con se stesso o ascolta la parola degli uomini colti divertendosi delle loro ideazioni e delle loro opere?
E chi potrà mai esser apprezzato più ricco di colui cui non manca nulla di quel che serva ai bisogni naturali, o più potente di colui che ottiene tutto quel che si voglia, o più felice di chi sia libero da ogni confusione d'animo, o più fermamente sereno di chi non ha che quel che porta con se o che, come si dice, abbia solo quel tanto che si possa scampare in qualsiasi rovina?
Qual ordine infatti, quale magistratura, quale regno potrebbe essere più famoso di quello sicuro all'uomo che spregia le cose umane ed, lodando la sola cultura, non dirige l'animo che all’idea dell'infinito e dell’ultraterreno?
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