La vecchiaia secondo Catone - LATINA LECTIO Cicerone versione latino

La vecchiaia secondo Catone versione latino Cicerone
Libro latina lectio Pagina 222 numero 123

Gneus et Publius Scipiones, tamquam Lucius Aemilius et Publius Africanus, comitatu nobilium iuvenum fortunati videbantur, et ab omnibus...

Davvero fortunati mi sembravano Cornelio e Publio Scipione, e i tuoi due nonni, Lucio Emilio e Publio Africano, per il loro seguito di giovani; e non c'è maestro di arti liberali che non sia da considerar felice nonostante il declino e il venir meno delle forze fisiche.

Del resto, proprio questa defezione delle forze dipende più spesso dai vizi della giovinezza che dai difetti della vecchiaia: una giovinezza.

Ciro appunto, nel discorso che tenne in punto di morte quando era molto vecchio, come scrive Senofonte, dice di non essersi mai accorto di esser diventato, da anziano, più debole di quanto lo fosse da giovane. Mi ricordo di Lucio Metello - ero allora un ragazzo - che, eletto pontefice massimo quattro anni dopo il suo secondo consolato, esercitò quel sacerdozio per ventidue anni: ebbene, conserv?

sino alla fine forze cos? prospere da non rimpiangere la giovinezza. Non è necessario che parli di me, bench? questo sia un comportamento senile e lo si perdoni alla nostra età

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