La vera vita non è quella terrena

Tota philosophorum vita commentatio mortis est. Nam quid aliud agimus, cum a voluptate, id est a corpore, cum a re familiari, quae est...

Tutta la vita dei filosofi è una meditazione sulla morte. Infatti che cos'altro facciamo quando distogliamo l'animo dal piacere, cioè dal corpo, dalle questioni familiari, che sono ministre e schiave del corpo, dallo stato, da ogni affare, che cosa facciamo allora, dico, se non richiamare l'animo a sè, costringerlo a stare con sè stesso e soprattutto allontanarlo dal corpo?

Dunque separare l'animo dal corpo cos'altro è mai se non imparare a morire? Perciò, credimi, meditiamo su questo e distacchiamoci dai corpi, cioè abituiamoci a morire. Questo, mentre saremo sulla terra, sarà simile alla vita celeste, e quando saremo portati lassù, sciolti da questi vincoli, il viaggio dell'animo verrà ritardato meno. Infatti coloro che sempre furono nelle catene del corpo, anche quando vengono sciolti avanzano più lentamente come color che furono imprigionati dal ferro per molti anni.

E quando giungeremo in quel luogo allora finalmente vivremo; infatti questa vita terrena in verità è morte.

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