le due strade del comportamento - Cicerone versione latino
LE DUE STRADE DEL COMPORTAMENTO
Versione latino Cicerone libro np
Testo latino His et talibus rationibus adductus Socrates nec patronum quaesivit ad iudicium capitis nec iudicibus supplex fuit adhibuitque...
Socrate indotto da queste e (altre) simili ragioni né chiese in difensore per il giudizio di morte né fu supplice verso i giudici e tenne un contegno fiero derivante dalla grandezza d'animo, non dalla superbia, e nell'ultimo giorno di vita ragionò molto su questo stesso;
e pochi giorni prima allorchè poteva facilmente esser tratto di prigione, non volle; e allora tenendo si può dire quella tazza motifera in mano, così parlò, da sembrare non che fosse tratto a morte, ma invero stesse per salire in cielo. Questo era il pensiero di Socrate e lo espose nel seguente modi. Due strade, duplice cammino si presentano all'anima quando esce dal corpo:
se si è contaminata dei vizi umani, se si è dedicata interamente alle passioni e da queste accecata si è insozzata di vizi e di turpitudini nella vita privata oppure ha concepito violenze inespiabili nella vita politica, si presenta ad essa una strada traversa che non porta al consesso degli dèi. Se invece si è conservata integra e pura, se ha evitato al massimo il contatto con il corpo e da esso si è sempre tenuta lontana imitando entro il corpo umano la vita degli dèi, si apre per essa un facile ritorno a coloro da cui è partitaLa morte è infatti quasi una partenza e un distacco e una separazione di quelle parti, che prima della morte erano tenute (assieme) da un qualche legame.
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