Le scottanti lettere dei congiurati - PER LEGERE - Cicerone versione latino

Le scottanti lettere dei congiurati
versione latino Cicerone libro per legere

Introducti autem Galli ius iurandum sibi et litteras ab Lentulo, Cethego, Statilio ad suam gentem data esse dixerunt, atque ita sibi ab his...

Traduzione n. 1

Fatti dunque entrare, i Galli prestarono giuramento e dissero di aver ricevuto da parte di Lentulo, Cetego e Statilio, delle lettere per il loro popolo e che in questo modo da loro avevano ricevuto l'ordine di inviare la cavalleria in Italia quanto prima; a loro non sarebbero mancate le truppe di terra.

Dissero anche che Lentulo aveva confermato loro, dalle profezie Sibilline e dai responsi degli aruspici, che era lui quel terzo Cornelio a cui il regno e il comando di quella città sarebbero dovuti inevitabilmente arrivare; prima di lui c'erano stati Cinna e Silla. Dissero anche che Cetego aveva avuto una discussione con gli altri, poiché a Lentulo e agli altri andava bene che la strage e l'incendio della città avvenissero durante i Saturnali, a Cetego invece sembrava troppo tardi.

E per non farla lunga, Quiriti, abbiamo ordinato che venissero portate le tavolette che si è detto sono state consegnate a ciascuno. Le abbiamo mostrate per primo a Cetego; ha riconosciuto il sigillo. Noi abbiamo tagliato il filo e abbiamo letto. Era stato scritto dalla sua stessa mano che lui avrebbe fatto per il popolo e il senato degli Allobrogi ciò che aveva confermato ai loro legati; e che li pregava allo stesso modo di fare ciò che i loro ambasciator gli avevano garantito.

Allora Cetego, che poco prima aveva risposto qualcosa riguardo a spade e pugnali che gli erano state stati sequestrati, e aveva detto di essere sempre stato fautore delle buone armi, avvilito dalla lettura delle lettere, e svigorito dalla consapevolezza, improvvisamente tacque.

Traduzione n. 2

Furono introdotti poi i Galli i quali, sotto giuramento, dichiararono che da parte di Lentulo, Cetego e Statilio erano state date delle lettere ai propri concittadini e da costoro e da L. Cassio era stato loro ordinato di inviare al più presto la cavalleria, perché essi non mancavano di fanteria;

che Lentulo aveva confermato che, in base ai responsi della Sibilla e degli aruspici, egli era il terzo dei Cornelii a cui sarebbe stato assegnato il regno ed il comando su questa città; prima di lui lo erano stati Cinna e Silla; che lo stesso aveva dichiarato essere fatale quest’anno, a causa della distruzione di questa città e delle sue istituzioni, anno decimo dopo l’assoluzione delle vergini (Vestali)

e ventesimo dopo l’incendio del Campidoglio Dissero anche che vi fu contrasto fra Cetego e gli altri, in quanto Lentulo e gli altri volevano che fosse compiuta la strage e incendiata la città per i Saturnali, mentre a Cetego ciò sembrava troppo lungo. Per farla breve, o Quiriti, ordinammo che fossero portate le lettere che si dicevano scritte da ciascuno. Per primo le mostrammo a Cetego, il quale riconobbe il sigillo. Noi dissuggelliamo la lettera, la leggiamo. Era lo scritto per mano di lui, diretto al Senato ed al popolo dgli Allobrogi, in cui si diceva che essi avrebbero fatto tutto ciò che egli avesse confermato ai loro legati; li pregava di fare ciò che i loro legati avessero accettato.

Allora Cetego che, poco prima, in merito alle spade ed ai pugnali rinvenuti nella sua casa, aveva detto di essere sempre stato un amatore delle armi bianche, abbattuto dalla lettura delle lettere e sconvolto nella sua coscienza, tacque di colpo.

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