Le virtù cardinali - Per legere Cicerone versione latino e traduzione

Le virtù cardinali versione latino Cicerone e traduzione

'Quid iaces aut quid maeres aut cur succumbis cedisque fortunae? quae pervellere te forsitan potuerit et pungere, non potuit certe vires frangere....

«che cos'è questo tuo abbattimento, questa tristezza? perché ti lasci sopraffare dall'avversa sorte?

Ti avrà potuto stimolare, ti avrà potuto pungere, va bene: certo però non sarà riuscita a spegnere la tua energia. Grande è il potere delle virtù; e tu, se dormono, le devi svegliare. Verrà subito in tuo aiuto, prima di tutte le altre, il coraggio, e ti darà tanta forza d'animo da permetterti di guardare con disprezzo e con noncuranza tutti i casi possibili della vita. Verrà in tuo aiuto la temperanza, che è come dire la modera-(quella moderazione che io prima ho chiamata frugalitas), che non permetterà mai che tu compia azioni lodi )indegne e vili - e un uomo, effeminato è quanto di più Indegno e di più vile ci possa essere. Neanche la giustizia II lascerà compiere azioni di questo tipo, per quanto possa parere che con questo tema essa non abbia quasi nulla a che fare; e ti dirà che sei ingiusto due volte, l>. rché desideri la roba d'altri - tu che, nato mortale, vuoi salire alla condizione degli immortali - e perché f ti dispiace di aver dovuto restituire quello che ti era ito dato soltanto in prestito.

E che cosa risponderai. .Ila prudenza, quand'essa ti dirà che la virtù, come basta a garantire l'onestà della vita, basta anche a dare la felicità? Se lei, la prudenza, fosse legata alle cose di fuori e dipendesse da loro, se non trovasse in sé il suo principio e la sua fine, se non si limitasse ad abbracciare gli elementi che la compongono senza cercare nulla altrove, io non capisco perché dovrebb'essere tanto esaltata a parole e tanto appassionatamente ricercata». Se sono questi qui i beni a cui tu mi richiami, Epicuro, io t'obbedisco, ti seguo, ti prendo come guida, mi dimentico anche dei miei mali, come tu pretendi - e questo tanto più facilmente perché io mali non li considero neanche.

Ma tu vuoi farmi orientare il pensiero sui piaceri. Quali sono, questi piaceri? Quelli del corpo, immagino, o quelli che producono, sempre ad uso del corpo, il ricordo o la speranza. Questo è tutto, no? Lo interpreto giustamente, il tuo pensiero? Perché i suoi seguaci sostengono sempre che noi quello che dice Epicuro non riusciamo a capirlo.

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