L'ELOQUENZA - Versione latino Cicerone

L'ELOQUENZA versione latino Cicerone

Saepe et multum mecum cogitavi bonine an mali plus attulerit hominibus et civitatibus summum eloquentiae studium Nam cum et nostrae rei...

Spesso e approfonditamente ho meditato con me stesso su questo, se la facilità di parola e la grande passione per l’eloquenza abbiano recato agli uomini e alle città più bene o più male.

Infatti quando sia considero i mali al nostro stato sia richiamo al mio pensiero [animo colligo] le antiche disgrazie delle più grandi città, vedo che una non piccola parte di svantaggi è stata prodotta per colpa di uomini molto eloquenti; quando invece mi accingo a richiamare grazie a testimonianze di opere letterarie eventi lontani dalla nostra memoria per la loro antichità, comprendo che molte città sono state istituite, molte guerre sono state spente, saldissime comunità e sacrosante amicizie sono state create sia per mezzo del raziocinio [ sia, più facilmente, grazie all’eloquenza.

dunque ritengo che la sapienza senza eloquenza poco giova alle città, l’eloquenza, per parte sua, senza la sapienza troppo spesso nuoce, mai giova. Perciò se qualcuno, abbandonati i rispettabilissimi e onorevolissimi studi della ragione e del dovere, spende tutto il suo impegno nell’esercizio della retorica, costui è inutile a se stesso e cresce come un cittadino dannoso per la patria.

Colui invece che così si arma di eloquenza da non poter danneggiare gli interessi della patria, ma da poter combattere per essi, costui mi sembra che sia un uomo molto utile

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