L'uomo saggio non ha bisogno di nulla - Versione latino Cicerone

L'uomo saggio non ha bisogno di nulla
Cicerone versione latino libro
Corso di lingua latina B p. 122 vers. n. 4

Xenocrates, cum legati ab Alexandro quinquaginta ei talenta attulissent quae erat pecunia temporibus illis, Athenis praesertim, maxima,...

Senocrate, dopo che degli ambasciatori (inviati) da Alessandro gli avevano portato cinquanta talenti, che erano una grandissima somma di denaro a quei tempi, soprattutto ad Atene, condusse gli ambasciatori a cena nell'Accademia; fece servire loro quel tanto che era sufficiente, senza alcuna ricercatezza.

Poiché il giorno dopo gli chiedevano a chi volesse che fosse versato il denaro, disse: "Come? Voi dalla cenetta di ieri non avete capito che io non ho bisogno di denaro?". Ma avendoli visti piuttosto tristi, accettò trenta mine, per non dare l'impressione di disprezzare la generosità del re. Invece Diogene più francamente, da cinico, ad Alessandro che gli chiedeva di dire se gli servisse qualcosa, disse:

“Per adesso allontanati un po’dal sole”. Evidentemente Alessandro aveva fatto ombra a lui che se ne stava al sole. E per di più questo era solito trattare di quanto superasse il re dei Persiani nella condotta di vita e nella condizione.

Diceva che a lui non mancava nulla, a quello non sarebbe mai stato sufficiente nulla. Invece Diogene affermava che non aspirava ai piaceri del re, dei quali il re non riusciva mai ad essere sazio, mentre non avrebbe mai potuto ottenere i suoi.

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