Milone non deve essere processato - Versione cicerone

Milone non deve essere processato
versione latino Cicerone

Non recuso, non abnuo; vosque obsecro, iudices, ut vestra beneficia, quae in me contulistis, aut in huius salute augeatis, aut in eiusdem exitio occasura esse videatis His lacrimis non movetur Milo....

Non la sfuggo, non la rifiuto, e vi prego, giudici, o di accrescere con la salvezza di costui i benefici di cui mi avete colmato, oppure di porvi fine se decreterete per lui la rovina Milone non si lascia commuovere da queste lacrime - è dotato di straordinaria forza d'animo -; crede che dove non c'è posto per la virtù, ivi sia l'esilio; la morte, per lui, è la fine di un ciclo naturale, non un castigo. Mantenga tale carattere con cui è nato. E allora? Ma come vi comporterete voi, giudici? Serberete il ricordo di Milone, ma lo caccerete di qui? E ci sarà un posto sulla faccia della terra più di questo che gli ha dato i natali, degno di ospitare un tale esempio di virtù? Mi appello a voi, sì, a voi, uomini fortissimi, che avete versato il vostro sangue in difesa dello stato; a voi, dico, centurioni, mi appello e a voi soldati, perché qui c'è un cittadino indomabile che corre un grave pericolo!

Sarà scacciato, bandito, gettato fuori da questa città un uomo così valoroso, mentre voi non solo guardate, ma anche presidiate armati questo processo? Ah, me misero, me infelice! Tu, Milone, grazie a costoro hai potuto richiamarmi in patria, mentre a me non sarà possibile farti restare, servendomi del loro aiuto? Che risponderò ai miei figli, che ti considerano un secondo padre? E a te, Quinto, fratello mio, che ora sei lontano, ma hai condiviso con me quelle vicende ? Potrò risponderti che non sono riuscito ad assicurare la salvezza a Milone con l'aiuto di quegli stessi uomini che gli hanno consentito di garantire la mia? In che genere di causa ho fallito?

In una causa che aveva il sostegno di tutti. E chi è stato a impedire il nostro successo? Soprattutto chi, con la morte di Publio Clodio, ha ritrovato la serenità. E chi è stato a implorare? Io!

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