Neppure quando è possibile è giusto nuocere agli altri - Cicerone versione latino

Sir vir bonus habeat hanc vim, ut, si digitis concrepuerit, possit in locupletium testamenta nomen eius inrepere, hac vi non utatur, ne si exploratum quidem habeat id omnino neminem umquam suspicaturum....

Perciò se (un galantuomo) uomo buono avesse una tale potenza da essere in grado di far inserire il suo nome nei testamenti con un semplice schiocco delle dita, non se ne servirebbe, neppure se avesse la sicurezza che nessuno mai nutrirebbe sospetti;

ma se tu dessi questo potere a Marco Crasso, di essere ciò, con un semplice schiocco delle dita, registrato come erede senza essere realmente erede, credi a me, si metterebbe a danzare nel Foro. Invece l'uomo giusto e quello che intendiamo per uomo onesto, non sottrarrebbe niente a nessuno per prenderselo per sè. Chi si meraviglia di ciò, ammette di non sapere che cosa sia un uomo onesto.

Ma se qualcuno vorrà sviluppare il concetto involuto nel proprio animo, si convincerà che è uomo onesto colui che giova a chi può e non nuoce ad alcuno, a meno che non sia stato provocato da un'offesa.

Dunque, non nuoce chi, con una specie di sortilegio, fa in modo d'allontanare i veri eredi per mettersi al posto loro? "Non dovrà? fare, dunque, dirà qualcuno "ciò che è utile, che gli giova?" Anzi capisca che nulla giova né è utile, se è ingiusto. Chi non capirà ciò, non potrà essere un uomo onesto.

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