Norme di comportamento (Versione latino di Cicerone)

Norme di comportamento
versione latino Cicerone

Duo maxime sunt fugienda, ne quid effeminatum aut molle et ne quid durum aut rusticum sit....

Cum autem pulchritudinis duo genera sint, quorum in altero venustas sit, in altero dignitas, venustatem muliebrem ducere debemus, dignitatem virilem....

Cavendum autem est, ne aut tarditatibus utamur [in] ingressu mollioribus, ut pomparum ferculis similes esse videamur, aut in...

Motus autem animorum duplices sunt; alteri cogitationis, alteri appetitus. Cogitatio in vero exquirendo maxime versatur, appetitus impellit ad agendum. Curandum est igitur, ut cogitatione ad res quam optimas utamur, appetitum rationi oboedientem praebeamus

Dobbiamo soprattutto guardarci da due difetti: da una effeminata mollezza e da una scontrosa villania.

E invero non si deve ammettere che queste norme, obbligatorie per gl'istrioni e per gli oratori, siano indifferenti per noi. Certo, il costume degli attori comporta, per antica rigidezza morale, un così delicato pudore che nessuno osa presentarsi su la scena senza mutandine per timore che, se per qualche accidente certe parti del corpo si scoprono, la loro vista non offenda il decoro.

E così, secondo il nostro costume, i figlioli grandi non fanno il bagno insieme col padre, né il genero col suocero.

Bisogna, dunque, osservare la pudicizia anche in queste cose, tanto più che la natura stessa ne è maestra e guida.

Vi sono due specie di bellezza: l'una ha in sé la grazia, l'altra la dignità. Dobbiamo perciò apprezzare la grazia propria della donna e la dignità propria dell'uomo. Si tenga dunque lontano dalla nostra persona ogni ornamento non degno dell'uomo;

si rifugga da un simile difetto anche nel gesto e nel moto. Invero, come certe movenze da ginnasti sono spesso alquanto affettate, così alcuni gesti di attori peccano di leziosaggine; nell'uno e nell'altro caso si lodano invece la semplicità e la naturalezza.

La nobiltà dell'aspetto si manterrà con la freschezza del colorito, e questo con gli esercizi del corpo. Si ami inoltre la pulizia, non affettata né ricercata, ma quanto basta per schivare la rustica e incivile trascuratezza.

La stessa cura dobbiamo avere anche nel vestire; in questo come nella maggior parte delle cose, la via di mezzo è la migliore.

Anche nel camminare ci vuole misura: quando si è in cammino, non si tenga un passo troppo lento e molle, come chi va in processione, e quando si ha fretta, non si prenda la corsa, perché il respiro diventa affannoso, il volto si altera e la bocca si storce: segni evidenti che non c'è in noi fermezza di carattere.

Ma assai più ancora dobbiamo studiarci che non discordino dalla natura i moti dell'animo;

il che ci verrà fatto, se ci guarderemo dal cadere in turbamenti e smarrimenti, e se terremo l'animo sempre vigile e attento a conservare il decoro.

. I moti dell'animo, poi, sono di due specie: del pensiero e del sentimento; il pensiero ha per fine supremo la ricerca della verità; il sentimento ci spinge all'azione. Dobbiamo dunque cercare di rivolgere il pensiero al conseguimento dei più alti e nobili ideali, e di rendere docile il sentimento al controllo della ragione.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-31 09:30:02 - flow version _RPTC_G1.3