Severa disciplina spartana - Versione latino di Cicerone

Severa disciplina spartana
Autore: Cicerone
Versione da OPTIMUS DIGNAS dignas 2 n. 1 pag. 128

Cum Lacedaemonius quidam, cuius ne nomen quidem proditum est, mortem tantopere contempserit, ut, cum ad eam deceretur damnatus ab ephoris et esset vultu hilari atque laeto dixissetque ei quidam inimicus : << Contemnisne leges Lycurgi ?>>, responderit:

<<Ego vero illi maximam gratiam habeo, qui me ea poena multaverit, quam sine mutuazione et sine versura possem dissolvere ?>> O virum Sparta dignum ! Ut mihi quidem, qui tam magno animo fuerit, innocens damnatus esse videtur. Talis innumerabilis nostra civitas tulit. Sed quid duces et principes nominem, cum legiones scribat Cato saepe alacris in eum locum profectas, unde redituras se non arbitrarentur? Fuit haec gens fortis, dum Lycurgi leges vigebant. E quibus unus, cum Perses hostis in conloquio dixisset glorians: "Solem prae iaculorum multitudine et sagittarum non videbitis", "In umbra igitur" inquit "pugnabimus". Viros commemoro;

qualis tandem Lacaena, quae, cum filium in proelium misisset et interfectum audisset: "Idcirco" inquit "genueram, ut esset qui pro patria mortem non dubitaret occumbere

quando uno Spartano qualsiasi, di cui non ci è neppure pervenuto il nome, seppe disprezzare la morte al punto di farsi vedere lieto e sorridente mentre lo portavano al supplizio a cui l'avevano condannato gli efori; e quando uno che era stato suo nemico gli chiese: « ma tu disprezzi le leggi di Licurgo? », lui rispose: « no, anzi gli sono proprio riconoscente, perché mi ha fatto dare una pena che posso scontare senza chieder prestiti e senza fare altri debiti ». Un uomo veramente degno di Sparta: per conto mio, uno che seppe dimostrare tanta grandezza d'animo doveva essere innocente.


Questa fu gente forte, finchè furono (lett. : erano) in vigore le leggi di Licurgo. Uno di loro, avendogli detto un nemico persiano in un colloquio vantandosi: “Non vedrete il sole per la gran quantità di giavellotti e di frecce”, disse: “Combatteremo dunque all’ombra”. Ricordo gli uomini; ma che donna fu, di grazia, quella spartana che, avendo mandato il figlio in battaglia e avendo sentito dire che era stato ucciso, disse: “Proprio per questo l’avevo generato, perché fosse tale da non esitare a morire per la patria

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