Solitudine di un tiranno - NOVA OFFICINA - versione latino

Solitudine di un tiranno
Versione Nova Officina Pagina 353 numero 305

Neminem effugit misera Dionysii vita. Nam suae saevitiae et dominationis cupiditatis saepe eum pigere debuit....

La miserabile vita di Dionisio non evitò nessuno. Infatti dovette pentirsi della sua crudeltà e della sua sete di dominio.

Cacciati infatti gli amici sostituì al loro posto uomini della specie più feroce e fortissimi schiavi barbari, ai quali affidare la sua vita ed il suo corpo. Per paura anche dei barbieri insegnò alle sue figlie a raderlo.

Ma tuttavia anch'esse crebbero. Smise allora di affidare loro il rasoio (ferrum) e insegnò loro a tagliargli la barba ed i capelli con gusci di noce roventi. Nè si dimostrò meno diffidente (securiorem) come marito e come padre. Infatti, avendo sposato due mogli, circondò il letto matrimoniale di una larga fossa, come se fosse un fortilizio, nel quale andava a riposare con un ponte di legno.

Le porte della camera da letto erano sorvegliate all'esterno da custodi armati e lui stesso osservava con attenzione dal recinto interno.

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