Tutti ammirano il sentimento dell'amicizia

Tutti ammirano il sentimento dell'amicizia

Agrigentinum quidem doctum quendam virum carminibus Graecis vaticinatum ferunt, quae in rerum natura totoque mundo constarent quaeque moverentur, ea contrahere amicitiam, dissipare discordiam....

Raccontano che un certo (uomo) dotto di Agrigento abbia predetto, in versi greci, che nella natura in tutte le cose immobili o in movimento e nell'universo debbano la loro coesione all'amicizia, la loro divisione alla discordia.

È un'idea che tutti i mortali non solo intendono, ma anche comprovano nella realtà. Tant'è vero che, se talvolta si adempie al proprio dovere di amico affrontando o condividendo un pericolo, chi non è pronto a esaltare un simile gesto con le lodi più alte? Che applausi ha decretato, poco tempo fa, l'intero teatro al nuovo dramma di Marco Pacuvio, mio ospite e amico, nella scena in cui Pilade, davanti al re che ignorava l'identità di Oreste, si spacciava per Oreste, volendo morire al posto dell'amico, ma Oreste, ed era la verità, insisteva nel dire che Oreste era lui!

In piedi gli spettatori applaudivano pur trattandosi di una finzione. Come pensiamo che si sarebbero comportati di fronte a una situazione reale?

Certo, era la natura a rivelare la sua forza, perché degli uomini riconoscevano in altri il valore di un'azione di cui erano incapaci. Fin qui mi sembra di esser riuscito a esprimere il mio punto di vista. Se resta ancora qualcosa da dire, e penso che ne resti ancora molto, chiedetelo, se credete, ai filosofi di professione. _________________

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