Un omicida impunito d un innocente condannato - Versione latino cicerone
Un omicida impunito ed un innocente condannato
Autore: Cicerone
In itinere quidam proficiscentem ad mercatum quendam et secum aliquantum nummorum ferentem est comitatus.
Cum hoc, ut fit, in via sermonem contulit: ex quo factum est ut illud iter familiarius facere vellent. Quare, cum in eandem tabernam devertissent, simul cenare et eodem loco sumnum capere voluerunt. Cenati, discubuerunt ibidem. Copo autem, cum illum alterum qui nummos haberet animum advertisset, noctu, postquam illos artius dormire sensit, accessit et alterius eorum, qui sine nummis erat, gladium e vagina eduxit et illum alterum occidit, nummos abstulit, gladium cruentum in vaginam recondidit, ipse se in suum lectum recepit. Ille autem, cuius gladio occisio erat facta, multo ante lucem surrexit, comitem illum suum inclamavit semel et saepius. Illum somno impeditum non respondere existimavit; ipse gladium et cetera quae secum attulerat, sustulit, solus profectus est. Copo non multum post conclamat hominem esse occisum et cum quibusdam deversoribus illum, qui ante exierat, consequitur in itinere. Hominem comprehendit, gladium eius e vagina educit, reperit cruentum.
Homo in urbem ab aliis deducitur ac reus fit.
Una volta un tizio s'aggregò in viaggio ad un tale che si stava recando al mercato e che portava con sé una cospicua somma di denaro. Durante il tragitto, come (molte volte) avviene, attaccò discorso con lui: dalla qual cosa, s'arrivò alla decisione di proseguire il viaggio in più piacevole compagnia. Perciò, preso alloggio nella stessa taverna, decisero di consumare il pasto insieme e di dormire nella stessa camera. Dopo ch'ebbero mangiato, presero dunque sonno seduta stante. Ma l'oste - avendo intuito quale dei due avesse il denaro - durante la notte, dopo che sentì che quelli dormivano piuttosto profondamente, s'avvicinò, sfoderò il gladio di quello, dei due, che non aveva il denaro e uccise l'altro: trafugò il denaro, ripose nel fodero il gladio sporco di sangue e s'andò ad infilare nel proprio letto.
Il proprietario del gladio incriminato s'alzò di primissimo mattino, prese a chiamare il suo compagno, una e più volte. Credette che quello non rispondesse perché sprofondato nel sonno (impedito dal sonno); (quindi) cintosi del gladio e caricatosi in spalla tutto il resto del bagaglio (ed il resto delle cose che aveva con se), se ne partì da solo. L'oste, non molto dopo, grida che c'è il cadavere d'un uomo e, insieme ad alcuni avventori, si mette alle calcagna del tizio che, in precedenza, s'era messo in viaggio. (Poi, ) afferra l'uomo (innocente), ne sfodera il gladio e appura ch'esso è sporco di sangue. L'uomo viene condotto, da quelli, in città e riconosciuto colpevole.
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