Verre profana il tempio di Cerere - Cicerone versione latino

Verre profana il tempio di Cerere
verione latino Cicerone

Huius domus est vel optima Messanae, notissima quidem certe et nostris hominibus apertissima maximeque hospitalis....

Senza paragone la sua abitazione è la più nobile di Messina, e senza dubbio la più conosciuta, la più disponibile per i nostri concittadini, un modello di ospitalità.

Prima dell’arrivo di Verre questa casa era così adorna da rappresentare un ornamento anche per la città. Infatti proprio Messina, che deve le sue bellezze alla posizione naturale, alle mura e al porto, è addirittura sprovvista e priva di quegli oggetti di cui costui si diletta. Ora, in casa di Eio c’era una cappella privata molto antica, oggetto di grande venera zione, lasciataglia dai suoi antenati:

in essa spiccavano quattro bellissime statue di squisita fattura, universalmente note, che potevano deliziare non solo codesto fine intenditore, ma anche ciascuno di noi, che costui chiama profani: la prima era Cupido di marmo, opera di Prassitele - è strano come abbia imparato anche i nomi degli artisti, mentre raccoglievo le prove a carico di costui - si tratta del medesimo artista, se non vado errato, autore di quel Cupido stilisticamente identico che si trova a Tespie e per vedere il quale la gente visita Tespie, perché un altro mo tivo per visitarla proprio non c’è. Eppure quel ben noto Lucio Mummio, all’atto di requisire le Muse di Tespie, che si trovano ora presso il tempio della Felicità, e le altre statue di carattere profano di quella città, questo Cupido di marmo non osò toccarlo, poiché si trattava di un dono votivo.

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