Virtutum amicitia adiutrix - MOD. DI LINGUA LATIINA - Versione latino Cicerone

Virtutum amicitia adiutrix
Autore: Cicerone
versione da Moduli di Lingua Latina - modulo 2 - Sintassi dei casi

Itaque in iis perniciosus est error qui existimant libidinum peccatorumque omnium patere in amicitia licentiam; virtutum amicitia adiutrix a natura data est, non vitiorum comes, ut, quoniam solitaria non posset virtus ad ea, quae summa sunt, pervenire, coniuncta et consociata cum altera perveniret.

Quae si quos inter societas aut est aut fuit aut futura est, eorum est habendus ad summum naturae bonum optumus beatissimusque comitatus. Haec est, inquam, societas, in qua omnia insunt, quae putant homines expetenda, honestas, gloria, tranquillitas animi atque iucunditas, ut et, cum haec adsint, beata vita sit et sine his esse non possit. Quod cum optimum maximumque sit, si id volumus adipisci, virtuti opera danda est, sine qua nec amicitiam neque ullam rem expetendam consequi possumus; ea vero neglecta qui se amicos habere arbitrantur, tum se denique errasse sentiunt, cum eos gravis aliquis casus experiri cogit.

Quocirca (dicendum est enim saepius), cum iudicaris, diligere oportet, noncum dilexeris, iudicare
Ecco perché chi considera l'amicizia un terreno aperto a voglie e colpe di ogni sorta cade in un pernicioso errore. La natura, invece, ci ha dato l'amicizia come ausilio della virtù, non come complice dei vizi, e lo ha fatto perché la virtù, incapace da sola di raggiungere il bene supremo, vi pervenisse congiunta e associata a un'altra virtù. E se tra gli uomini c'è, c'è stata o ci sarà una simile unione, bisogna considerarla la migliore e la più felice alleanza sulla via del supremo bene naturale. È un'unione, dico io, in cui risiedono tutti i beni che gli uomini considerano desiderabili: l'onore, la gloria, la serenità e la gioia interiore; se li possiedono la vita è felice, ma se non li hanno, non può esserlo.

E siccome questo è il bene supremo, se vogliamo raggiungerlo dobbiamo consacrarci alla virtù, senza la quale non possiamo ottenere né l'amicizia né alcun bene desiderabile. Ma le persone che credono di avere degli amici pur calpestando la virtù, si accorgono alla fine di aver sbagliato, quando una grave circostanza li costringe a metterli alla prova. Ecco perché, e non bisogna stancarsi di ripeterlo, prima devi giudicare, poi voler bene, e non il contrario

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