Alcibiades apud quocumque erat princeps ponebatur (Versione latino)

Autore: Cornelio Nepote Cotidie legere
Cotidie legere n. 334

Alcibiades infamatum a plerisque tres gravissimi historici summis laudibus extulerunt: Thucydides, qui eiusdem aetatis fuit, Theopompus,...

Alcibiade, denigrato da molti, tre autorevolissimi storici lo esaltarono in sommo grado: Tucidide che fu suo contemporaneo; Teopompo, che visse qualche tempo dopo, e Timeo: questi due benché molto maldicenti, non so come mai, si trovano d'accordo nell'esaltare lui soltanto.

Infatti hanno celebrato le virtù di cui prima abbiamo parlato ed hanno aggiunto questo: benché nato nella splendidissima città di Atene, superò in splendore e prestigio tutti.Quando, bandito dalla patria, andò a Tebe, si adattò tanto alle loro abitudini, che nessuno poteva uguagliarlo nella capacità di resistenza fisica (tutti i Beoti infatti tengono più alla robustezza dei corpo che all'acume dell'intelletto);

parimenti a Sparta dove la più alta virtù era riposta nella capacità di sopportazione, si dedicò ad una vita austera tanto da superare gli Spartani nella frugalità del mangiare e del vestire; visse in mezzo ai Traci, ubriaconi e lussuriosi: superò anche loro in queste abitudini; si recò tra i Persiani, per i quali era somma gloria essere abili cacciatori e vivere sontuosamente: imitò così bene i loro costumi, da suscitare in questo la loro ammirazione.

Insomma con queste sue doti ottenne che, dovunque si trovasse, fosse considerato il primo e fosse molto amato.

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