De Timoleontis liberalitate Versione latino Cornelio Nepote Apprendimento latino

De Timoleontis liberalitate - Bontà di Timoleonte
Versione latino Cornelio Nepote
Apprendimento latino versione 132 pagina 460
Inizio: Timoleonti quindam Laphystius, homo petulas et ingratus, vadimonium ... Fine: in qua cuivis liceret de quo vellet impune dicere

bontà

Un certo Lafistio, uomo petulante ed antipatico, voleva far imporre a Timoleonte un mandato di comparizione in tribunale, dicendo che gli intentava un processo.

Allora molti accorsero, tentando col le mani di frenare l’impudenza di quell’uomo. Ma Timoleonte scongiurò tutti di non farlo: questo era infatti il concetto di libertà: che a tutti fosse lecito di sostenere ciò che voleva in nome della legge.

Egli stesso, poiché un tale, di nome D. , aveva cominciato in un’assemblea popolare a denigrarlo per le sue azioni, disse che ora finalmente era soddisfatto nel suo desiderio.

Infatti egli aveva sempre implorato dagli dei immortali che concedessero ai Siracusani tale libertà, per cui a ciascuno fosse permesso di dire impunemente ciò che voleva

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