Dione conquista Siracusa (Versione latino Nepote)

Dione conquista Siracusa
Autore: Cornelio Nepote
Versione num. 1 pag. 171 del libro nuovo comprendere e tradurre vol. 3.

Dionysius, cum a Dione se superari videret ingenio, auctoritate, amore populi, navem ei dedit qua Corinthum deveheretur.

Postquam Dion Corinthum pervenit, eodem perfugit etiam Heraclides, ab eodem Dionysio expulsus, qui praefectus fuerat equitum; itaque uterque omni ratione bellum comparare coepit. Sed non multum proficiebant, quod Dionysio tiranno multae opes ingentesque militiate erant: quam ob causam pauci ad societatem periculi perducebantur. Sed Dion, fretus non tam suis copiis quam odio tiranni, minitus maximo animo duabusque onerariis navibus, profectus est ad oppugnandum Dionysii imperium, munitum quingentis longis navibus, decem milibus equitum centumque peditum. Dion tamen, quod omnibus gentibus admirabile est visum, adeo facile Dionysii copias perculit, ut, post diem tertium quam Siciliam attigerat, Syracusas introiret.

Ex quo intellegi potest nullum esse imperium tutum nisi benevolentia munitum.
Dionisio, vedendo che era superato da Dione in ingegno, prestigio e simpatia popolare, gli dette una nave con la quale partisse per Corinto. Dopo che Dione giunse a Corinto, si rifugiò nello stesso luogo anche Eraclide, espulso da Dionisio allo stesso fine, che era stato prefetto dei cavalieri; pertando entrambi cominciarono in tutti i modi a preparare una guerra. Ma non progredirono per molto, poiché il tiranno Dionisio aveva molte risorse e ingenti milizie: per questo motivo poche persone erano state condotte a condividere il pericolo. Ma Dione, contando non tanto sulla sue truppe quanto nell’odio versa il tiranno, munito al massimo l’animo e due navi da carico, partì per attaccare l’esercito di Dionisio, munito di cinquecento lunge navi, diecimila cavalieri e centomila fanti.

Tuttavia Dione, che sembrò degno dell’ammirazione di tutte le persone, sconfisse così facilmente le truppe di Dionisio da entrare in Siracusa due giorni dopo che aveva toccato la Sicilia. Da ciò si può comprendere che nessun governo sia sicuro a meno che non munito di benevolenza.

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