Eumene desidera morire (Versione latino Nepote)

Eumene desidera morire
versione di latino di Cornelio Nepote
versione tratta dal libro Millennium pag 24 n 43

Cum Antigonus eum in custodiam dedisset et praefectus custodum quaesisset quemadmodum servari vellet : `Ut acerrimum' inquit `leonem aut ferocissimum elephantum'. Nondum enim statuerat servaret eum necne.

Veniebat ad Eumenem Multi, qui eius formam cognoscere studebant qualis esset quem tam diu tamque valde timuissent cuius in pernicie positam spem habuissent victoriae. At Eumenes cum diutius in vinclis esset ait Onomarcho penes quem summa imperii erat custodiae se mirari quare iam tertium diem sic teneretur: non enim hoc convenire Antigoni prudentiae ut sic deuteretur victo; quin aut interfici aut missum fieri iuberet. Hic cum ferocius Onomarcho loqui videretur `Quid tu?' inquit `animo si isto eras cur non in proelio cecidisti potius quam in potestatem inimici venires?' Huic Eumenes `Utinam quidem istud evenisset! Sed eo non accidit quod numquam cum fortiore sum congressus.

Non enim virtute hostium sed amicorum perfidia decidi' T raduzione
Avendo Antigono dato lui in custodia ed avendo il prefetto dei custodi chiesto come volesse essere salvato disse: "Come il più acerrimo leone o l'elefante più feroce". Infatti non aveva ancora deciso se salvarlo o no. Andavano da Eumene molti, che desideravano conoscere il suo aspetto quale fosse colui che, avendolo temuto molto, avessero avuto per lungo tempo rovina di chi avesse avuto deposto la speranza della vittoria. E Eumene essendo da lungo tempo in prigione, disse ad Onomarco, colui che era presso i sommi comandi dei custodi, che si chiese per quale motivo venisse trattenuto così già da tre giorni; che infatti ciò non era conveniente per la prudenza di Antigono che abusasse così del vinto; perciò che ordinasse o che venisse ucciso o che venisse considerato da ripudiare.

Costui ad Onomarco sembrava che avesse parlato troppo ferocemente, disse: "Perchè?Se tu hai codesto animo, perché non sei caduto nel combattimento piuttosto che venire nel dominio dei nemici?"A questo Eumene disse: "Magari fosse capitato almeno ciò ma la non accadde, poiché non ho mai combattuto con tanta forza. Infatti non caduto per il valore dei nemici, ma per la perfidia degli amici.

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