Eumene nel castello di Frigia (Versione latino Nepote)

Eumene nel castello di Frigia
Autore: Cornelio Nepote

Hinc tamen multis suis amissis se expedivit et in castellum Phrygiae, quod Nora appellatur, confugit....

Eumene, tuttavia, nonostante la perdita di molti dei suoi, riuscì tuttavia a liberarsi, e si rifugiò in una fortezza della Frigia, chiamata Nora. In questa era assediato e temeva, rimanendo in un medesimo luogo, di rovinare i cavalli da guerra perché non c'era spazio per esercitarli.

Escogitò allora un sistema ingegnoso per cui pur in piedi ed al suo posto il cavallo potesse scaldarsi ed esercitarsi, nonché mangiare più volentieri senza che fosse impedito nei suoi movimenti.

Ne legava la testa con una cinghia più in alto di quanto occorresse per poter poggiare pienamente a terra con le zampe anteriori, poi con frustate sul groppone lo costringeva a saltare e tirar calci; questo movimento provocava non meno sudore che se corresse all'aperto.

E così avvenne che, e la cosa meravigliò tutti, pur rimasto assediato per parecchi mesi, portò fuori dalla fortezza dei cavalli splendidi, come se li avesse tenuti in aperta campagna.

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