La cecità non ferma Timoleonte (Versione latino Nepote)

La cecità non ferma Timoleonte
Autore: Cornelio Nepote Compact discere

Hic cum aetate iam provectus esset, sine ullo modo morbo lumina oculorum amisit. Quam calamitatem ita moderate tulit, ut neque eum querentem quisquam audierit, neque eo minus privatis publicisque rebus interfuerit.

Veniebat autem in theatrum, cum ibi concilium populi haberetur, propter valetudinem vectus iumentis iunctis, atque ita de vehiculo, quae videbantur, dicebat. Neque hoc illi quisquam tribuebat superbiae. Nihil enim umquam neque insolens neque gloriosum ex ore eius exiit. Qui quidem, cum suas laudes audiret praedicari, numquam aliud dixit quam se in ea re maxime diis agere gratias atque habere, quod, cum Siciliam recreare constituissent, tum se potissimum ducem esse voluissent. Nihil enim rerum humanarum sine deorum numine geri putabat. Itaque suae domi sacellum Automatias constituerat idque sanctissime colebat. Ad hanc hominis excellentem bonitatem mirabiles accesserant casus.

Nam proelia maxima natali suo die fecit omnia: quo factum est, ut eius diem natalem festum haberet universa Sicilia.
In età avanzata e non per effetto di malattia divenne cieco: disgrazia che sopportò con tanta serenità che nessuno lo udì mai lamentarsene e che non gli impedì di essere meno sollecito negli affari pubblici o privati. . A causa di tale infermità si recava nel teatro in cui si tenevano le adunanze del popolo sopra un carro tirato da due cavalli e così, dall'alto di esso, esponeva le sue idee. E questo non era ritenuto da nessuno atto di superbia, perché dalla sua bocca non uscì mai nulla di arrogante o borioso. . E anche quando udiva altri tessere le sue lodi soggiungeva solo che egli doveva essere serenamente grato agli dei che, decisi a rialzare le sorti della Sicilia, proprio a lui ne avevano conferito l'incarico.

Era infatti suo intimo convincimento che niente avviene che non sia preordinato dagli dei: perciò in casa sua aveva consacrato un tempietto alla Automatia e lo venerava con grande devozione. . Una circostanza particolarmente straordinaria si accompagnava alle doti eccezionali di quest'uomo: tutte le più importanti battaglie egli le combattè nel giorno del suo compleanno, tanto che la Sicilia considerò poi quel giorno come festivo.

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