La condotta di Pausania desta sospetti

Cornelio Nepote Latino per il triennio

Pausanias apparatu regio utebatur, veste Medica; satellites Medi et Aegyptii sequebantur; epulabatur more Persarum ... non putabant de, tali tamque darò viro suspicionibus oportere iudicari et exspectandum esse dum se ipsa res aperiret.

Pausania usava un apparato regale, abiti della Media; lo accompagnavano guardie del corpo medie ed egiziane;

banchettava alla maniera dei Persiani con un lusso tale, che quelli che erano con lui non erano in grado di tollerare; non concedeva udienza a quelli che gliela chiedevano, rispondeva in modo altezzoso; esercitava il potere in modo crudele. Gli Spartani, dopo essere venuti a conoscenza di ciò, gli inviarono un ambasciatore con lo scitale sul quale, secondo il loro costume era scritto che se non fosse tornato in patria, lo avrebbero condannato a morte.

Sconvolto da questo messaggio, sperando ancora di essere in grado, con il denaro ed il potere, di scongiurare il pericolo incombente, tornò in patria. Appena arrivato, fu rinchiuso dagli efori nelle pubbliche prigioni. Da qui tuttavia venne fuori, ma non per questo venne meno il sospetto: rimaneva infatti la convinzione che avesse con il re un rapporto di complicità. Esiste una categoria di persone, chiamata Iloti, gran parte dei quali coltiva i campi degli Spartani e adempie alla funzione degli schiavi: si riteneva che egli sobillasse anche costoro con la speranza della libertà.

Ma poiché di questo suo crimine non esisteva alcuna prova evidente, per mezzo della quale potesse essere accusato, ritenevano che non si dovesse giudicare un uomo tale e tanto illustre solo sulla base di sospetti, ma che fosse doveroso aspettare fino a quando la cosa non si svelasse da sé.