Un astuto stratagemma di Annibale (Versione latino Nepote)

Un astuto stratagemma di Annibale
Autore: Cornelio Nepote

Priusqua signum pugnae daretur Hannibal, ut palam faceret suis, quo loco Eumenes esset, tabellarium in scapha cum caduceo mittit.

Qui ubi ad naves adversariorum pervenit epistulamque ostendens se regem professus est quaerere, statim ad Eumenem deductus est, quod nemo dubitabat, quin aliquid de pace esset scriptum. Tabellarius ducis nave declarata suis eodem, unde erat egressus, se recepit. At Eumenes soluta epistula nihil in ea repperit, nisi quae ad irridendum eum pertinerent. Cuius etsi causam mirabatur neque reperiebat, tamen proelium statim committere non dubitavit. Horum in concursu Bithynii Hannibalis praecepto universi navem Eumenis adoriuntur. Quorum vim rex cum sustinere non posset, fuga salutem petit; quam consecutus non esset, nisi intra sua praesidia se recepisset, quae in proximo litore erant collocata. Reliquae Pergamenae naves cum adversarios premerent acrius, repente in eas vasa fictilia, de quibus supra mentionem fecimus, conici coepta sunt. Quae iacta initio risum pugnantibus concitarunt, neque, quare id fieret, poterat intellegi. Postquam autem naves suas oppletas conspexerunt serpentibus, nova re perterriti, cum, quid potissimum vitarent, non viderent, puppes verterunt seque ad sua castra nautica rettulerunt.

Sic Hannibal consilio arma Pergamenorum superavit.
Prima che venisse dato il segnale della battaglia, Annibale per far conoscere ai suoi dove fosse Eumene, manda su una scialuppa un corriere con il caduceo. Quando questi giunse alle navi dei nemici e, mostrando una lettera, dichiarò che cercava il re, subito fu accompagnato da Eumene, perché nessuno dubitava che ci fosse scritta qualche proposta di pace. Il corriere, una volta indicata la nave del capitano, ritornò allo stesso luogo da cui era partito. Ma Eumene, aperta la lettera, non trovò null'altro che parole di scherno. E quantunque si chiedesse meravigliato il motivo di ciò e non lo trovasse, tuttavia non esitò ad attaccare subito battaglia. Nella zuffa i Bitini, secondo le istruzioni di Annibale, assaltano tutti quanti la nave di Eumene. Non potendo il re sostenere un tale urto, cercò scampo nella fuga e non lo avrebbe trovato se non si fosse rifugiato alla sua base che si trovava sul lido poco lontano.

Mentre le altre navi dei Pergameni incalzavano con maggior impeto le nemiche, d'un tratto si cominciò a scagliare loro contro quei vasi di terracotta dei quali abbiamo fatto sopra menzione. All'inizio il lancio suscitò il riso dei combattenti e non si riusciva a capire il perché di questa operazione. Ma dopo che videro le proprie navi piene di serpenti, spaventati dalla novità del fatto, non sapendo che cosa dovessero evitare di più, voltarono le navi e si rifugiarono verso le proprie stazioni marittime. Così Annibale con uno stratagemma ebbe la meglio sulle navi dei Pergameni.

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