Una fine ingloriosa - Cornelio Nepote

Una fine ingloriosa versione latino Cornelio Nepote

Pharnabazus misit aliquos ad Alcibiadem interficiendum, qui missi clam vicinitati, in qua tum Alcibiades erat, dant negotium, ut eum interficiant...Sic Alcibiades annos circiter XL natus diem obiit supremum.

Farnabazo mandò Susamitre e Bageo per uccidere Alcibiade, mentre quello si trovava in Frigia e preparava il viaggio per il re. Gli incaricati, di nascosto, diedero ai vicini del luogo dove allora si trovava Alcibiade, il compito di ucciderlo.

Quelli, poiché non osavano aggredirlo con un pugnale ammassarono della legna intorno alla casa nella quale riposava e le diedero fuoco per uccidere con un incendio colui che non si fidavano di poter uccidere con la forza delle armi. Ma quello quando fu svegliato dal rumore delle fiamme anche se la spada gli era stata sottratta di nascosto strappò un pugnale di un suo amico:

e infatti era con lui un ospite dall'Arcadia che non aveva mai voluto allontanarsi Gli ordina di seguirlo e arraffa tutte le vesti che in quel momento poté trovare. Gettatele sul fuoco, poté sfuggire alla violenza delle fiamme. Quando i barbari videro che era sfuggito all'incendio, scagliarono da lontano dei dardi e lo uccisero e portarono la sua testa a Farnabazo.

Ma la donna che viveva abitualmente con lui, lo coperse con la sua veste muliebre e lo cremò, morto, nell'incendio dell'edificio, suscitato per anilientarlo da vivo. Così morì Alcibiade all'età di circa quaranta anni.

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