Alessandro Efestione e la regina Sisigambi - VERSIONE Curzio Rufo

Alessandro Efestione e la regina Sisigambi
Autore Curzio Rufo
Versione da COMPITUM

Alexander postero die cum cura sepultis militibus, quorum corpora invenerat, Persarum quoque nobilissimis eundem honorem haberi iubet, matrique Darei permittit quos vellet patrio more sepeliret....

Il giorno seguente Alessandro, dopo aver fatto seppellire con cura i soldati i cui corpi aveva ritrovato, ordinò che anche ai più nobili dei Persiani fosse concesso il medesimo onore e permise alla madre di Dario di seppellire quelli che desiderava con il rito dei padri.

Ella fece inumare pochi congiunti di stretta parentela, secondo la condizione dell’attuale contingenza, ritenendo che l’apparato funebre, con cui i Persiani celebravano le esequie, sarebbe stato mal visto, dal momento che i vincitori venivano cremati senza sfarzo. Tributati quindi gli onori funebri ai corpi dei defunti, Alessandro mandò ad annunziare alle prigioniere il suo arrivo, e trattenuta la folla di coloro che lo accompagnavano, entrò nel padiglione assieme ad Efestione.

Questi era l’amico di gran lunga il più caro al re, allevato alla pari con lui, custode di tutti i suoi segreti: anche nel consigliarlo nessun altro aveva maggior diritto di libertà di lui, diritto che tuttavia esercitava in modo che sembrasse più una concessione del re che una sua rivendicazione: e come per l’età era pari al re, così gli era superiore per aspetto fisico.

Quindi le regine, credendo che lui fosse il re, gli resero omaggio secondo il proprio costume. Ma quando dagli eunuchi prigionieri le fu indicato chi fosse Alessandro, Sisigambi si gettò ai suoi piedi, scusandosi di non aver riconosciuto il re, mai visto in precedenza. Il re, sollevandola con la mano, le disse: “Non ti sei sbagliata, madre: infatti anche questi è Alessandro”.

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