Alessandro incita i soldati - Versione latino Curzio Rufo

Alexander praefectos iussit exercitum ad concionem vocare, apud quem talem orationem habuit: "Quadridui nobis iter superest qui tot proculcavimus nives, tot amnes superavimus, tot montium iuga transcurrimus.

Non mare illud, quod aestuans iter fluctibus occupat, properantes nos retinebit, non Ciliciae fauces et angustiae includent: plana omnia et prona sunt. In ipso limine victoriae stamus; pauci nobis fugitivi et regis Darei, domini sui, interfectores supersunt. Illos, semper nos timentes, nunc terruimus: suas copias vos esse mox deleturos pavent. Si hostes deleveritis, famam vestram augebitis, gloria vestra apud omnes gentes patebit nitebitque, egregium opus posteritati tradetis".
Alessandro ordinò agli ufficiali di convocare l'esercito in assemblea, presso la quale tenne questo discorso:

"A noi, che calpestammo tante nevi, superammo tanti fiumi e oltrepassammo tante creste di monti, resta un viaggio di quattro giorni. Non ci tratterrà mentre marciamo quel mare, che ribollendo ostacola la marcia coi flutti, non ci bloccheranno le gole e le strettoie della Cilicia: tutto è agevole e in discesa.

Siamo proprio sulla soglia della vittoria; ci rimangono pochi fuggitivi e gli assassini del re Dario, loro padrone. Ora li abbiamo atterrito, sempre timorosi di noi: hanno paura che presto voi annienterete le loro truppe. Se annienterete i nemici, accrescerete la vostra fama, la vostra gloria si estenderà e risplenderà presso tutte le genti, tramanderete ai posteri un'impresa straordinaria".

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