Astuzia di Alessandro Magno - NOVA LEXIS - Versione Curzio Rufo

Versione da Nova lexis 2 n. 2 pagina 190 Alexander, urbe in dicionem suam redacta, Iovis templum intrat....

Alessandro, dopo aver ricondotto la città sotto il suo controllo, entra nel tempio di Giove.

Guardò il carro sul cui era noto che era stato trasportato Gordio, padre di Mida. Risaltava agli occhi il giogo, stretto da un gran numero di nodi aggrovigliati su se stessi e che nascondevano i capi della corda. Dal momento che gli abitanti poi sostenevano che dall’oracolo era stato dato il responso (in base a cui) si sarebbe impadronito dell’Asia colui che avesse sciolto l’inestricabile corda, si fece strada nel (suo) animo il desiderio di portare a termine quella profezia.

Intorno al re si trovava una folla sia di Frigi sia di Macedoni, la seconda tenuta in trepidazione dall’attesa, la prima smossa dalla sconsiderata fiducia del re: non si riusciva a capire né con la riflessione né con lo sguardo dove la corda aveva inizio.

Egli non avendo nemmeno a lungo lottato con gli occulti nodi: «Non importa in che modo vengano sciolti», disse; e spezzati con la spada tutti i lacci, aggirò il responso dell’oracolo e lo mise in atto.

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