La notizia della morte di Arpalo dissuade Alessandro dal passare in Europa - VERSIONE Curzio Rufo

Versione da corso di lingua latina Forme e funzioni (E2) es. 661 pag. 521
Harpalus comitesque triginta navibus Sunium transmittunt — promuntorium est Atticae terrae — unde portum urbis petere decreverant.

His cognitis rex Harpalo Atheniensibusque iuxta infestus classem parari iubet, Athenas protinus petiturus. Quod consilium clam agitanti («a lui che meditava») litterae redduntur: ab his rex certior factus est Harpalum in-trasse quidem Athenas, pecunia conciliasse sibi principum animos; mox, concilio plebis habito, iussum esse urbe excedere, ad Graecos milites pervenisse, quibus interceptum, interemptum esse per insidias. His laetus, Alexander in Europam traiciendi consilium omisit; sed exules praeter eos, qui civili sanguine aspersi erant, recipi ab omnibus Graecorum civitatibus, quis (= quibus) pulsi erant, iussit. Et Graeci, quamquam solvendarum legum id principium esse censebant, bona quoque quae extarent restituere damnatis.


Arpalo e i suoi compagni passano, con 30 navi, a Sunio - promontorio della regione Attica - da dove avevano (poi) deciso di raggiungere il porto della città. Saputo ciò, il re - (sentendosi) minacciato da Arpalo e parimenti dagli Ateniesi - ordina d'allestire una flotta, per raggiungere [immediatamente Atene. Un dispaccio gli giunge mentre meditava in sé [cosa fare [quod consilium, tale risoluzione]; da tale dispaccio, il re venne a sapere che, certo, Arpalo era entrato in Atene e che si era ingraziato, col denaro, le simpatie dei primi cittadini; ma che poi, dopo che s'era avuta un'assemblea popolare, gli era stato ingiunto di lasciare Atene; aveva, quindi, raggiunto soldati greci, che l'avevano catturato e ucciso con l'inganno [(ett. la costruzione è la passivo; quibus è dativo d'agente).

Rinfrancato da queste (notizie), Alessandro rinunciò al (suo) proposito di passare in Europa; comunque, diede ordine che gli esuli - ad eccezione di quelli che s'erano macchiati di sangue fratricida - fossero reintegrati da tutte le città greche. da cui erano stati cacciati. I Greci, allora - sebbene ritenessero ciò una violazione delle leggi - restituirono ai condannati anche i beni che erano (loro) rimasti (in patria).

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