ERODOTO - LE STORIE libro I paragrafi 26 27 28 29 e 30

LE STORIE di Erodoto
LIBRO I
PARAGRAFI 26 27 28 29 e 30

Τελευτήσαντος δὲ Ἀλυάττεω ἐξεδέξατο τὴν βασιληίην Κροῖσος ὁ Ἀλυάττεω, ἐτέων ἐὼν ἡλικίην πέντε καὶ τριήκοντα, ὃς δὴ Ἑλλήνων πρώτοισι ἐπεθήκατο Ἐφεσίοισι....

Morto Aliatte, prese il regno Creso figlio di Aliatte, che aveva 35 anni di età, il quale assalì gli Efesini per primi tra i Greci.

Allora gli Efesini da lui assediati affidarono la città ad Artemide, avendo legato una fune dal tempio alle mura. Ci sono sette stadi tra la città antica, che allora era assediata, e il tempio. Creso assalì questi per primi, portando con l'esercito a ciascuna popolazione degli Ioni e degli Eoli, a chi un'accusa a chi un'altra, ad alcuni potè trovarne di più grandi, accusandoli maggiormente, ed imputandone ad altri anche di poco conto.

27

ὡς δὲ ἄρα οἱ ἐν τῇ Ἀσίῃ Ἕλληνες κατεστράφατο ἐς φόρου ἀπαγωγήν, τὸ ἐνθεῦτεν ἐπενόεε νέας ποιησάμενος ἐπιχειρέειν τοῖσι νησιώτῃσι....

Quando poi i Greci d'Asia furono sottomessi al pagamento di un tributo, allora pensò di assalire gli abitanti delle isole, avendo costruito delle navi.

Essendo tutto pronto per la costruzione della flotta, alcuni dicono che sia giunto a Sardi Biante di Priene, altri Pittaco di Mitilene, e chiedendo Creso se ci fosse qualcosa di nuovo sulla Grecia, disse di smettere la costruzione delle navi: "O re, gli abitanti delle isole comprano migliaia di cavalli, avendo in mente di portare la guerra a Sardi e contro di te". E Creso, pensando che quello avesse detto la verità, disse:

"Vogliano gli dei mettere in mente agli abitanti delle isole di venire coi cavalli contro i figli dei Lidi!". E quello replicando disse: "O re, mi sembra che ti auguri con ardore di catturare gli abitanti delle isole a cavallo sulla terraferma, sperando cosa possibili; ma cos'altro pensi che si augurino gli abitanti delle isole se non, da quando seppero che stai per costruire navi contro di loro augurandoti di catturare i Lidi in mare, di punire te per i Greci che abitano sulla terraferma, che tu hai assoggettato?". E Creso si dilettò molto per la conclusione e per sè e gli sembrò infatti che parlasse convenientemente, persuaso a desistere dalla costruzione di navi; e così strinse patti di ospitalità con gli Ioni che abitavano le isole.

28

Χρόνου δὲ ἐπιγινομένου καὶ κατεστραμμένων σχεδὸν πάντων τῶν ἐντὸς Ἅλυος ποταμοῦ οἰκημένων· - πλὴν γὰρ Κιλίκων καὶ Λυκίων τοὺς ἄλλους πάντας ὑπ' ἑωυτῷ εἶχε καταστρεψάμενος ὁ Κροῖσος· εἰσὶ δὲ οἵδε· Λυδοί, Φρύγες, Μυσοί, Μαριανδυνοί, Χάλυβες, Παφλαγόνες, Θρήικες οἱ Θυνοί τε καὶ Βιθυνοί, Κᾶρες, Ἴωνες, Δωριέες, Αἰολέες, Πάμφυλοι·

Passando del tempo, e sottomessi quasi tutti gli abitanti al di qua del fiume Alis, eccetto i Cilici e i Lidi Creso teneva assoggettati sotto di sè tutti gli altri, e sono questi: i Lidi, i Frigi, i Misi, i Mariandini, i Calibi, i Paflagoni, i Traci Tini e Bitini, i Cari, gli Ioni, i Dori, gli Eoli, i Panfili.

29

κατεστραμμένων δὴ τούτων καὶ προσεπικτωμένου Κροίσου Λυδοῖσι, ἀπικνέονται ἐς Σάρδις ἀκμαζούσας πλούτῳ ἄλλοι τε οἱ πάντες ἐκ τῆς Ἑλλάδος...

Sottomessi questi, e annettendoli Creso ai Lidi, giunsero a Sardi, che era al culmine della ricchezza, tra gli altri tutti i sapienti della Grecia che si trovavano a vivere in questo tempo, ciascuno di loro giunse da sè, e appunto anche Solone, uomo Ateniese, che avendo scritto le leggi agli Ateniesi che glielo avevano chiesto, se ne era andato dalla patria per dieci anni, salpato col pretesto di conoscere, per non essere costretto ad abrogare qualcuna delle leggi che aveva stabilito.

Gli stessi Ateniesi infatti non erano in grado di farlo: erano infatti costretti da grandi giuramenti ad osservare le leggi che Solone avesse imposto loro.

30

Αὐτῶν δὴ ὦν τούτων καὶ τῆς θεωρίης ἐκδημήσας ὁ Σόλων εἵνεκεν ἐς Αἴγυπτον ἀπίκετο παρὰ Ἄμασιν καὶ δὴ καὶ ἐς Σάρδις παρὰ Κροῖσον....

Proprio per queste ragioni dunque e per conoscere, uscito dalla patria, Solone giunse in Egitto presso Amasi, e appunto anche a Sardi presso Creso.

Una volta giunto, fu accolto nella reggia di Creso; e poi, il terzo o quarto giorno, su ordine di Creso i servitori condussero Solone per i tesori e gli mostrarono tutto ciò che era grande e sontuoso. Dopoché lui ebbe visto e osservato tutto, quando fu per lui il momento opportuno, Creso fece queste domande: "Ospite ateniese, ci è giunta su di te una grande rinomanza sia per la tua saggezza sia per il tuo viaggiare, poiché per amore del sapere hai percorso molte regioni per osservare; ora dunque mi è venuto il desiderio di chiederti se hai già visto qualcuno più felice di tutti.

Mentre lui sperando di essere il più felice degli uomini gli faceva queste domande, Solone invece senza adularlo affatto ma attenendosi al vero disse: "O re, Tello l'Ateniese". Creso, meravigliatosi per ciò che era stato detto, chiese ansiosamente: "Come stimi che Tello sia il più felice?". E lui disse: "Tello da una parte, mentre era fiorente la città, aveva ottimi figli, e vide a tutti loro nascere figli e rimanere tutti vivi, dall'altra, mentre era in questa buona condizione di vita, come avviene tra noi, gli sopraggiunse una fine della vita molto gloriosa.

Sopraggiunta agli Ateniesi la battaglia contro i vicini a Eleusi, dopo essere accorso e aver volto in fuga i nemici, morì assai gloriosamente, e gli Ateniesi lo seppellirono a spese dello stato proprio là dove era caduto e lo onorarono grandemente".

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