COSTANZO - Versione latino di Eutropio
La sorte di Costanzo fu diversa. Infatti aveva sofferto molte dolorose disgrazie dalle mani dei Persiani, essendo spesso prese le sue città, (essendo) le sue città fortificate assediate, e le sue truppe uccise.
Non ebbe neppure una battaglia vittoriosa contro Sapor, eccetto che a Singara, quando la vittoria poteva sicuramente essere sua, perse per l'irrefrenabile ardore dei suoi uomini che, al contrario della pratica della guerra, ribelli e stolti vollero far battaglia quando il sole stava tramontando.
Dopo la morte di Costanzo, quando Magnenzio teneva il governo in Italia, Africa e Gallia, l'Illiria ebbe dei nuovi scompigli, Vetranio fu eletto al trono dal consenso dei soldati, che lo nominarono imperatore quando era molto vecchio e molto popolare per la durata e i successi del suo servizio sul campo;
un uomo giusto, di una moralità severa come quelli degli antichi e di una accettabile modestia nei modi, ma così ignorante di tutte le norme raffinate che non imparò nemmeno i primi rudimenti della letteratura fino a quando non fu vecchio e fosse divenuto imperatore.
Ma l'autorità imperiale fu strappata a Vetranio da Costanzo, che agitò una guerra civile per vendicare la morte del fratello; Vetranio fu costretto, con il consenso dei soldati e con una nuova e straordinaria procedura, a svestirsi del potere imperiale.
Ci fu allo stesso tempo un'insurrezione a Roma, Nepoziano, un figlio della sorella di Costantino, cercò di assicurarsi il trono con l'aiuto di un corpo di gladiatori;
ma incontrò una fine che meritavano i suoi feroci tentavivi, infatti fu ucciso nel 28° giorno della sua usurpazione dagli ufficiali di Magnezio e pagò la colpa della sua avventatezza.
La sua testa fu portata in giro per la città su di una lancia; e seguirono terribili bandi e massacri della nobiltà.
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