Fatti e personaggi di Roma e dell'antica grecia (Versione latino Gellio)

Fatti e personaggi di Roma e dell'antica grecia
Autore: Plinio il Giovane
Dal libro: Nova Lexis, es. 7 pag. 329

Solonem accepimus, unum ex illo numero sapientium, Atheniensium leges scripsisse, Tarquinio Prisco Romae regnante, anno regni tricesimo tertio.

Servio autem Tullio regnante, Pisistratus Athenis ( stato in luogo) tyrannus fuit, Solone exulante sponte sua ( per sua libera scelta). Postea Pythagoras Samius in Italiam venit, Tarquini filio regnum obtinente. Eodem tempore ( in quello stesso periodo) Athenis occisus est ab Harmodio et Aristogitone Hipparchus, Pisistrati filius. Ducentesimo deinde et sexagesimo anno ab Urbe condità, tradunt multi rerum scriptores victos esse Persas ab Atheniensibus pugna Marathonia, Miltiade duce. Postea Xerxes, rex Persarum, ab Atheniensibus et omnibus Graecis, Themistocle duce, navali proelio apud Salaminam victus, fugatus est. Paulo post Romae, Menenio Agrippa Horatio Pulvillo consulibus, bello Veienti, apud fluvium Cremeram, Fabii sex cum trecentis patriciis familiaribus suis, circumventi ab hostibus, occisi sunt.


Abbiamo appreso che Solone, uno tra quella moltitudine di sapienti, scrisse le leggi degli Ateniesi, mentre regnava Tarquinio Prisco a Roma, nel trentatresimo anno di regno. Mentre regnava Servio Tullio, Pisistrato fu tiranno in Atene, mentre Solone viveva in esilio per la sua libera scelta. Dopo Pitagora di Sanno Samo venne in Italia, mentre il figlio di Tarquinio regnava. In quello stesso periodo ad Atene fu ucciso da Armando e Aristogitone, Ipparco figlio di Pisistrato. Poi duecentosessantanni dopo la fondazione della città molti scrittori tramandano che i Persiani siano stati sconfitti dagli Ateniesi nella famosa battaglia di Maratona, sotto il comando di Milziade.

Dopo Serse, re della Persia, vinto dagli Ateniesi e da tutti i Greci, sotto il comando di Temistocle, nella battaglia navale di Salamina, fu messo in fuga
Un poco dopo a Roma, essendo consoli Manenio Agrippa e Marco Orazio Pulvillo, durante la guerra con Veio, sei Fabi con trecento patrizi della loro famiglia i, caduti in un imboscata, presso il fiume Cremera, furono uccisi.

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