La profezia di Tiresia

La profezia di Tiresia

Επερχεται δε ψυχη Θηβαιου Τειρεσιου, χρυσουν σκηπτρον εχων, τον δ'Οδυσσια αναγιγνωσκει και προσλεγει ... απολεσας παντας εταιρους, νεως επ'αλλοτριης· αλθινα σοι λεγω"

Sopraggiunge l’ombra del tebano Tiresia, con uno scettro d’oro, riconosce Odisseo e (così) gli rivolge la parola: «O accortissimo Odisseo, figlio di Laerte, perché mai, o infelice, giungi qui lasciando la luce del sole, per vedere i morti?

Ma allontana la spada, perché io beva del sangue e ti dica le cose future». Così diceva, ed io gli obbedivo. L’indovino allora, dopo che ebbe bevuto del sangue, disse: «Tu desideri un ritorno, o Odisseo; invece un dio te lo farà amaro (doloroso).

Infatti il dio scuotitore della terra concepisce nel cuore rancore verso di te, perché accecasti il suo amato figlio. Ma anche così potete arrivare, anche se subirerete sventure, se vorrai trattenere il tuo animo e quello dei compagni, quando per prima cosa approderete con la nave all’isola di Trinacria, e vi troverete le vacche del Sole. Se le lascerai (lett. : lasci) inviolate, pensando al ritorno, puoi raggiungere Itaca; se invece le violerai, allora ti predico rovina alla nave e ai compagni.

Ed è inevitabile che tu personalmente ritorni tardi e male, dopo aver perduto tutti i compagni, su un’altra nave; ti dico cose vere».

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