Simonide a colloquio con il tiranno Ierone

«Ἐγὼ οὐ προσήκειν φημὶ ἀνδρὶ τυράννῳ πρὸς ἰδιώτας ἀγωνίζεσθαι. Νικῶν μὲν γὰρ οὐκ ἂν θαυμάζοιο ἀλλὰ φθονοῖο, νικώμενος δ' ἂν πάντων μάλιστα καταγελῷο....

Io infatti dico che ad una persona [che è] un tiranno non conviene combattere contro dei privati. Vincendo infatti non saresti ammirato ma detestato, poiché essendo vinto saresti soprattutto deriso. Ma io, O Ierone ti dico che è possibile il combattimento contro gli altri capi delle città: ...(CONTINUA)

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