Abdalònimo, re di Sidóne

Alexander ad Sidona pervenit, urbem vetustate famaque inclitam. Regnabat in ea Strato, sed, quia Alexander eum regno indignum putabat, Hephaestioni dignissimum e Sidoniis regem constituendum tradĭdit....

Alessandro giunse a Sidone, città insigne per fama ed antichità. Stratone regnava in essa, ma, dato che Alessandro lo reputava indegno del regno, assegnò a Efestione di dover decidere tra i Sidoni un re degnissimo.

Efesto aveva due ospiti, giovani famosi, che offerta agli stessi la facoltà di regnare negarono che ciascuno, secondo il costume della patria, potesse essere accolto a quest'onore se non una persona nata da stirpe reale. Efestione ammirando la grandezza d'animo di costoro, disse: "voi in verità avete capito per primi quanto meglio sarebbe disdegnare il regno, che accettarlo.

Del resto indicate qualcuno di stirpe regale, al quale reputate degno che si debba attribuire il regno". E quelli stabilirono che nessuno fosse più idoneo di un certo Abdalonimo, congiunto alla stirpe regale, ma per mancanza di mezzi coltivava un podere suburbano. Quei giovani entrarono subito in quell'orto, che Abdalonimo selezionando le erbe sterili puliva, uno di questi disse: "devi scambiare questa veste che scorgi nelle mie mani con questa tua squallida.

Lavati il corpo immondo, assumi l'animo del re, e porta a termine in questa fortuna quest'incarico" Abdalonimo reputava la cosa simile ad un sogno (credeva che stesse sognando). Ma ma quando lo squallore fu deterso dal corpo, indossata la veste purpurea, mentre questi stessi lo accompagnavano, giunse nella reggia e diventò re.

Versione tratta da Curzio

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