Anche ad Alessandro Magno capita di dover rinunciare

Gazae urbis situ aestimato, Alexander agi cuniculos iussit per facilem ac levem humum....

Valutata la posizione della città di Gaza, Alessandro ordinò che si scavassero dei condotti sotterranei per il terreno agevole e leggero.

Dunque, per sorprendere i cittadini, ordinò che fossero mosse le torri verso le mura. Ma lo stesso terreno, sprofondando la sabbia, impediva alle ruote di girare (che le ruote fossero girate). Dunque l'indomani ordinò che le mura fossero circondate da un accerchiamento di soldati, e al sorger del sole, prima di muovere l'esercito, chiedendo l'aiuto degli dèi, faceva una cerimonia sacra secondo l'usanza patriottica: un corvo passando per caso volando perse la zolla di terra, che portava nelle unghie; questa, essendo caduta sul capo del re, scivolò sciolta, invece lo stesso uccello si accomodò sulla torre più vicina.

La torre era imbrattata di bitume e zolfo, sulla quale aderendo le ali, sforzandosi invano di volare, il corvo venne catturato da quelli che stavano intorno. La cosa sembrò meritevole per cui consultare gli indovini, i quali dissero che con quel presagio si preannunciava in verità l'eccidio della città, che ci sarebbe stato di contro il rischio che il re non avesse ricevuto una ferita.

Quello, anche se una sola città lo ostacolava a non entrare sicuro in Egitto, tuttavia obbedì ai vati e diede il segnale per la ritirata.
(By Maria D.)

Versione tratta da Curzio Rufo

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