Annibale abbandona l'Italia

Anno quarto decimo postquam in Italiam Hannibal venerat, Scipio, qui multa bene in Hispania egerat, consul est factus et in Africam missus. Cui viro

Nel quattordicesimo anno dopo che Annibale era giunto in Italia, Scipione, che aveva realizzato molte cose in Spagna, fu eletto console e inviato in Africa.

Molti ritenevano che in quell'uomo ci fosse un certo non so che di divino, a tal punto da pensare che costui parlasse anche con i numi. Costui combatte in africa contro Annibale, condottiero dei Cartaginesi; uccide l'esercito di costui. Nella seconda battaglia invece conquista l'accampamento con 4500 soldati, uccisi.

Cattura Siface, Re dei Numidi, che si era unito agli Africani e invade l'accampamento di costui. Siface con i nobilissimi Numidi e innumerevoli spoglie viene inviato a Roma da Scipione. Udita tale cosa, quasi tutta l'Italia abbandona Annibale. Egli stesso ricevette l'ordine dai Cartaginesi di ritornare in Africa, che Scipione devastava; . E così nell'anno 17 l'Italia fu liberata da Annibale. Gli ambasciatori dei Cartaginesi chiesero la pace a Scipione.

Da lui furono mandati al Senato a Roma. Furono dati a questi quarantacinque giorni di tregua, tanto che potessero andare a Roma e tornare e da questi furono accettate trenta mila libbre d'argento. Secondo l'arbitrio di Scipione il senato ordinò che venisse stipulata la pace con i Cartaginesi.
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