Annibale esorta i soldati
Itaque Hannibal, postquam ipsi sententia stetit pergere ire atque Italiam petere, advocata contione varie ....quid Alpes aliud esse credentes quam montium altitudines? Fingerent altiores Pyrenaei iugis: nullas profecto terras caelum contingere nec inexsuperabiles humano generi esse.
E così Annibale quando giunse anche lui nella stessa risoluzione di continuare la marcia e di portarsi in Italia, effettuata un'adunata, per diverse strade toccò gli animi dei soldati sia rimproverandoli e sia rincuorandoli.
Egli si stupiva del repentino sgomento che aveva invaso i loro animi che erano stati sempre tanto impavidi. Essi erano rimasti sempre vittoriosi nel loro servizio, e non erano usciti dalla Spagna se non quando erano diventate possesso dei Cartaginesi tutte le genti e tutte le terre che erano circondate da due opposti mari. Si erano poi infuriati per avere i Romani preteso che fosse loro consegnato come reo chiunque avesse attaccato Sagunto.
Avevano passato l'Ebro per distruggere il nome romano e per liberare l'orbe terracqueo. A nessuno di loro era parso lungo il cammino quando avanzavano da occidente verso oriente; ora, mentre vedevano che la parte più lunga del cammino era stata percorsa, che erano stati superati i valichi dei Pirenei passando tra genti ferocissime, che il Rodano, fiume sì grande, nonostante l'opposizione di tante migliaia di Galli, vincendo anche la violenza della sua corrente, era stato varcato, ora, in cospetto delle Alpi, di là dalle quali era l'Italia, si fermavano stanchi, sulle porte stesse del nemico!
Che credevano dunque che fossero le Alpi, se non montagne alte? Le immaginassero più alte dei Pirenei; nessuna terra davvero giungeva al cielo né era insuperabile dagli uomini.
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?