Arachne

Arachne femina fuit, quae arte sua nobilissima erat: saepe enim nymphae ipsae silvas et fluminis aquas relinquebant...

Aracne fu una donna nobilissima per la sua arte: spesso infatti le stesse ninfe lasciavano le selve e le acque del fiume per ammirare le pregevoli opere da lei confezionate.

Tutti erano affascinati nell’ammirare lei che ricamava con l’ago le vesti e la lodavano ad una voce dicendo: «che avesse come maestra la stessa Minerva». Grande in verità era la superbia di Aracne che teneva in poco conto la virtù della dea, tanto da ardire nel dire che Minerva potesse essere vinta dalla sua arte. Allora Minerva, dopo aver sentito tali cose, indossata una squallida veste, ella stessa si rese i capelli bianchi e teneva sù le membra malate con un bastone così da sembrare realmente una vecchia. Entrata in casa di Aracne, le ingiunse di salutarla (salvĕo, es, ēre) e : «Qualora trascurassi il mio suggerimento, Aracne:», disse, «io infatti sono vecchia e già molte volte vidi come gli dei punissero gli uomini malvagi. Chiedi scusa perciò alla dea per le tue empie parole: ella ti darà il perdono». A questa Aracne, veramente adirata: «Non mi servono i tuoi consigli, vecchia scimunita!», disse con la fronte corrugata, «so bene ciò che dissi e rimango del mio parere: perché la stessa Minerva non viene qui così che lei stessa mi critichi?

Intesi quale sia il motivo: teme di essere battuta da me nel talento!».  Mentre diceva tali cose la dea all’istante lasciò la forma di vecchia e mostrò se stessa luminosa e lucente in armi: le ninfe che erano lì fuggirono piene di spavento temendo esse stesse di diventare oggetto di pena da parte della dea irata. Ma Aracne non si spaventò di nulla: «Vediamo», disse, «chi tra noi sia la migliore: ricamiamo con l’ago tu quella veste, io questa; tu stessa ti renderai conto (sentĭo, is, sensi, sensum, īre) che i miei lavori sono di molto migliori e più belli dei tuoi».  Invero Minerva: «Hai agito imprudentemente», dice, «nel modo con cui vuoi confrontarti con una dea, né comprendo quale superbia ti spinse a fare ciò: ascolterai la pena per il tuo misfatto.

Magari d’ora in poi tu apprenda come dare onore agli dei». Immediatamente cominciarono a duellare: Minerva ricamò con l’ago le gesta degli eroi: oltre ad altre risaltava davanti agli occhi la figura del re Giove vicino alla quale Minerva ritrasse Nettuno seduto che reggeva in mano il tridente; poi se stessa vestita di un manto e che reggeva una lancia appuntita, ricamò molti altri dei.(by Geppetto)

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