Augusto e lo schiavo fedele

Multa exempla servorum fidei enarrare possum. Rufus, vir ordinis senatorii, inter cenam optaverat ne Caesar salvus rediret ex ea...

Posso enunciare molti esempi di fedeltà degli schiavi. Rufo, uomo dell'ordine senatorio, durante la cena aveva espresso il desiderio che Cesare ritornasse salvo da quel viaggio, che preparava;

ed aveva aggiunto che tutti sia i tori che i vitelli desideravano la medesima cosa: vi furono, coloro che ascoltarono attentamente tali cose. Non appena spuntò il giorno, il servo, che era stato ai piedi di colui che cenava, raccontò quelle cose che aveva detto ubriaco durante la cena, ed esortò a prevenire Cesare e che egli stesso si sottoponesse a giudizio.

Usando il consiglio, andò incontro a Cesare che discendeva e, avendo giurato che il giorno precedente aveva avuto un pensiero malvagio, affinché ciò non ricadesse né su di sé né su i suoi figli, desiderò e chiese a Cesare, di perdonarlo e di ritornare in grazia con lui. Cesare avendo detto che lo avrebbe fatto disse: "Nessuno crederà che tu sei ritornato in grazia con me, se non mi avrai donato qualcosa". Ed ottenne che anche l'artefice del beneficio non dovesse infastidirsi della somma.

Cesare disse: "Per mio conto m'impegnerò, a non adirarmi mai con te".
(By Maria D. )

Versione tratta da Seneca

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