Cesare pur preparando la guerra non rinuncia alle trattative di pace con Pompeo- Versione di latino dal libro Latino laboratorio 2
Cesare, pur preparando la guerra, non rinuncia
alle trattative di pacecon Pompeo
Versione di latino di Cesare dal LIBRO Latino laboratorio 2
Haec Caesar ita administrabat, ut condiciones pacis dimittendas non existimaret; ac tametsi magnopere admirabatur legatum, quem ad Pompeium...
Cesare amministrava queste cose in modo da non pensare (lett. cosicché non pensasse) di dover rimandare le trattative di pace;
e sebbene si meravigliasse [del fatto] che l' ambasciatore che aveva inviato a Pompeo con gli incarichi non fosse stato mandato indietro da lui [da Pompeo], anche se quella vicenda spesso rallentava il suo impeto ed i progetti tentati, tuttavia pensava che si dovesse perseverare con tutti i mezzi nel perseguimento della pace (lett. nella pace da perseguire). Pertanto mandò (lett. manda) l' ambasciatore Caninio Rebilo, familiare e congiunto di Scribonio Libone, per parlare con lui; lo invia affinché esorti Libone a favorire la pace (lett. circa la pace da favorire);
in primo luogo chiese (lett. chiede) che egli stesso parlasse con Pompeo; dimostrò (lett. dimostra) di confidare molto in sé stesso [sul fatto che] sarebbe accaduto (lett. “fore” è infinito futuro di “sum”) che [Pompeo] avrebbe deposto le armi (lett. si sarebbe separato dalle armi) a condizioni giuste. Disse che a Libone sarebbe arrivata una gran parte di stima e di apprezzamento per questa iniziativa, se con quell' intervento e con quell' artefice si fossero abbandonate le armi. Libone, rientrato dal colloquio con Caninio, parte [per andare] da Pompeo.
Poco dopo riferisce che mentre i consoli sono assenti non è possibile che si inizi una trattativa. E così Cesare ritiene che tale proposito, tentato troppo spesso invano, debba finalmente essere abbandonato e debba essere mossa la guerra
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