Cesare rimprovera le proprie truppe

Contione advocata Caesar temeritatem cupiditatemque militum reprehendit, quod ipsi iudicavissent quo procedendum aut quid agendum esset, neque, quamquam signum recipiendi datum esset, constitissent....

Convocata l'assemblea Cesare riprese la sconsideratezza e la bramosia dei soldati, per il fatto che questi stessi avessero reputato dove bisognasse procedere o cosa si dovesse fare, e, anche se fosse stato dato il segnale di ritirarsi, rimanevano immobili (resistevano).

Espose cosa l'iniquità del luogo avrebbe potuto causare, cosa che egli stesso aveva sperimentato presso Avarico, avendo ormai perso la vittoria assicurata, affinché non avvenisse una perdita a causa dell'iniquità del luogo.

Per ammirare la grandezza dell'animo di coloro, che né le munizioni dell'accampamento, né l'altezza del monte, né il muro della città avrebbe potuto rallentare, egli stesso biasimò la loro licenza ed arroganza, per il fatto che valutarono di essere più esperti di guerra del comandante;

desiderava da un soldato la modestia e la moderazione non di meno della virtù e del coraggio.
(By Maria D. )

Versione tratta da Cesare

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